Loredan wreck
pubblicato sulla rivista Sub n° 409 - Dicembre 2021
Loredan wreck - Villasimius - Sardegna
Villasimius, punta sud-est della Sardegna, meta lontana dalla rinomata Costa Azzurra, come la più famosa area nord orientale, entrambe offrono scorci che ti lasciano senza fiato, colori e profumi molto intensi ti accolgono ed avvolgono. Questo posto è prediletto da chi preferisce la natura alla mondanità.
Scesi dal traghetto a Cagliari, veniamo accolti dai fenicotteri rosa nelle saline di Quartu, alle spalle della spiaggia del Poetto. Noi ci siamo capitati perchè quì il mare ha una peculiarità, nasconde alcuni relitti della seconda guerra mondiale, grosse navi da carico, completamente ricoperte di Paramuricea clavata bicolore, anche conosciuta come gorgonia camaleonte, per questo viraggio da rosso a giallo. Queste colonie di polipi hanno un fascino incredibile, ed in questa zona, battuta da corrente importante, sono in splendida forma. Quei polipi di un giallo intenso, mi mettono la pace dentro!
Fra i targhet possibili, il Loredan è il più rilassante, lo troviamo coricato sulla murata di sinistra, spaccato a poppa del ponte di comando, su di un fondo bianco a circa 65 metri. Stefano del Prodive lo conosce come le sue tasche, e l’entusiasmo che emana durante il breafing ci crea una grande aspettativa. Ci aspetta una nave armata, lunga 72 metri, larga, ora alta una decina, in acqua cristallina, con passaggio di pesce, penetrabile senza grossi rischi, ma soprattutto con opera viva e murata di dritta che sembrano una parete rocciosa, una secca facente parte di quel meraviglioso mare, non un corpo estraneo creato da mano umana, poi ripreso dalla natura.
Non sono riuscito a trovare l’angolazione e la posizione giusta per fotografare e far capire cosa ci fosse sotto a quella foresta di gorgonie, quella chiglia è spettacolare, unica; l’orientamento del relitto, rispetto alle correnti dominanti da NW hanno generato questa meraviglia. Una ventina di minuti di gommone e siamo al traverso di Torre delle Stelle, sul solido ormeggio fisso, messo e manutenuto da Stefano. Per le lunghe decompressioni una solida cima, ben fissata, e tesa è una comodità per subacquei e barcaiolo. Stefano deve esaminare un allievo per un corso CCR ipossico, per cui ci lascerà liberi di esplorare a nostro piacimento.
Ultimi controlli pre immersione, loop in bocca, pendant on, bombole aperte, accendo la macchina fotografica, controllo che i flash scattino e mi butto. In effetti, lo si intravede già, l’acqua non è male!! Massima concentrazione, l’obbiettivo è divertirsi, e per divertirsi non si devono commettere errori o sviste; con calma aggancio i bailout lo scooter, controllo i miei buddy e mi affondo lentamente, mentre ci controlliamo a vicenda. La cima termina in prossimità dello squarcio provocato dal siluro del sottomarino Inglese Safari, che il 10 aprile 1943 lo intercettò durante la navigazione verso il nord Sardegna.
Mi lascio cadere sul lato della chiglia, fantastico, una concentrazione incredibile di rami di gorgonie, tante, grandi, avvolte da una nuvola di anthias, che pace, che quadro spettacolare. Come al solito, io sono in cerca della giusta luce, della giusta inquadratura, alzo lo sguardo dal mirino, e gli altri due assatanati sono già spariti dentro al relitto. Capita troppo spesso che in immersioni più profonde mi perda il gusto del momento, sempre con l’occhio nel mirino, qui, non essendo a quote folli, i tempi mi permettono di prendermela comoda. Loro sono dentro, io fatico a passare con i flash aperti, mi faccio un bel sorvolo esterno, tutta la chiglia fino a prua, incontrando ricciole in caccia, che nel silenzio del reb non mi sentono arrivare, più avanti scappa una grossa cernia, dietro alla quale si nascondeva un bel sanpietro, che prova a rizzare la pinna dorsale per farsi più minaccioso.
Arrivo alle ancore, entrambe fisse negli occhi di cubia, mi allontano per avere una bella prospettiva di tutta la prua, bella. Da sotto sbucano Henry ed Augusto, sapevano di trovarmi li, la prua è uno scatto obbligatorio su ogni relitto che l’abbiano rimasta intatta. mi fanno cenno di seguirli, entrando nella prima stiva di prua mi indicano un passaggio, sgancio lo scooter e mi insinuo, dentro le uniche munizioni visibili, due strutture piene di cariche per alimentare il cannone da 105 installato a poppa, visibile ora ad una trentina di metri dalla sua piazzola, a terra sulla sabbia bianca.
Passaggio nelle altre stive, poi seguo Augusto sotto la plancia, riesco a passare a fatica, il problema maggiore è non danneggiare le gorgonie, anche qui dentro! Usciamo sullo squarcio, raggiungiamo Stefano sul cannone, al rientro mi alzo di qualche metro per riuscire ad inquadrare quasi tutto il relitto, con il fumaiolo ancora ben riconoscibile. Il tempo è volato, ma mi serve un ultimo sorvolo della chiglia, segnalo che voglio rifare il giro, mi seguono.
Altra bella panoramica, il ponte di comando, le stive aperte, gli argani sul castello di prua, poi dietro il bosco, dal quale scappa pure un bel gattuccio. Da un terribile dramma, la natura ha creato un’isola brulicante di vita. Con gli occhi pieni di questa meraviglia, ora, dobbiamo proprio staccare dal fondo, dopo 73 minuti fra i 54 ed i 65 metri, è ora di iniziare la risalita, a fine deco saremo a tre ore totali di immersione e le nostre mogli ci aspettano per pranzo.
In zona sono presenti altri bellissimi relitti, fra cui il San Marco ed il Bengasi, ma molto più impegnativi; questo entro i 65 metri offre la possibilità di essere visitato da una buona parte di chi ha intrapreso la strada della subacquea tecnica, deve essere visto assolutamente, il connubio tra natura e relitto è veramente spettacolare!
MS 11/21
Prodive
Il diving Pro Dive scuba service nasce nel 1998 e inizia subito le prime esplorazioni dei relitti della zona di Villasimius. Inizialmente con aria per i meno profondi e dal 2000 con miscele trimix per gli altri. Dal 2002 in seguito, accoglie subacquei trimix da tutta Europa e offre il servizio per finalizzare le esplorazioni con un wreck tour nei 6 principali relitti storici. in OC o CCR.
Stefano Bianchelli, subacqueo dal 1985, Trainer TDI e istruttore rebreather a circuito chiuso, cura con passione ed esperienza la parte tecnica, logistica e i corsi fino a livello istruttore tecnico.
Tel: +39 346 5031425
Info sul relitto
La motonave Loredan faceva parte di un convoglio formato da altre due navi, l'Isonzo e l'Entella, nella funzione di incrociatore a protezione delle altre due navi. Il convoglio subì l'attacco del sommergibile inglese Safari, il 10/aprile del 1943 durante la navigazione verso il nord Sardegna, che li affondò tutti di fronte a Torre delle Stelle a Cagliari. Il loredan è adagiato sul fondo alla profondità massima di 65 m e offre una immersione spettacolare nel suo insieme. Il relitto è adagiato sul fianco sinistro sulla sabbia, con la coperta rivolta parallelamente verso la costa Nord e offre la possibilità di visitarlo nella sua completezza, grazie alla possibilità di penetrazione non difficoltosa e la magnificienza della chiglia, completamente colonizzata da gorgonie chamaleon di colorazione giallo e rosso. Le ancore sono ancora nella loro posizione, insieme alla mitragliatrice posizionata sul castello della nave, mentre l'enorme cannone si è staccato ed è visibile sulla sabbia. Il maestoso albero è ancora integro nella parte di prua. La poppa è stata violentemente lacerata dal siluro che ne ha causato il rapido affondamento. Molte parti del relitto si trovano sparse sul fondale intorno alla nave ed offrono interessanti spunti di osservazione. Visibili all'interno un generatore con i suoi fusibili, manometro di pressione, lavabi, e migliaia di gamberetti parapandalo, che una volta illuminati subiscono l'attacco delle voraci musdee. Immersione tecnica che richiede l'uso di miscela trimix e relative stage per la decompressione. Resta protetto solo ai venti di NORD e NE mentre reata esposto agli altri. Talvolta presenti intense correnti, generalmente provenienti da NW a spiegare,vista la posizione del relitto della grande colonia di gorgonie, invece assenti nel vicino relitto Isonzo, posizionato questo, perpendicolaramente rispetto alla costa. Il Loredan fu il primo ad affondare quasi all’istante in seguito all’impatto di un siluro che squarciò lo scafo da parte a parte nella zona centrale della chiglia e tuttora si trova riverso sul suo fianco sinistro, adagiato ad un fondale sabbioso ad una profondità che varia dai 53 metri sopra alla murata di dritta fino ai 65 metri del fondo. La struttura del relitto appare abbastanza integra, fatta eccezione per l’enorme squarcio lasciato dal siluro, offrendo una visione d’insieme veramente emozionante grazie anche alla trasparenza dell’acqua la quale, nonostante la profondità, in questa zona risulta essere quasi sempre cristallina. E’ di un impatto visivo particolare la parte di prua, caratterizzata dal grosso albero che si estende orizzontalmente dal ponte per diversi metri, il quale sembra essere quasi sospeso nel blu intenso del mare profondo. La prima cosa che però salta agli occhi non appena lasciamo la lunga cima di discesa è l’incredibile quantità di gorgonie gialle e rosse che letteralmente ricoprono lo scafo, rendendo questo relitto unico e inconfondibile e ripagando da sole con gli interessi l’impegno richiesto da un’immersione tecnica. Inoltre, se questo non bastasse, banchi di dentici e grosse ricciole dànno costantemente la caccia ai fittissimi e coloratissimi banchi di anthias che avvolgono il relitto, mentre grosse cernie fanno capolino dai diversi anfratti. Ancora, il Loredan si presta molto bene alle penetrazioni le quali, nonostante la profondità, non sono particolarmente complicate e dove la maggior difficoltà per il subacqueo sta nell’evitare di danneggiare le magnifiche gorgonie che crescono addirittura al suo interno e attorno all’ingresso dei corridoi. L’immersione sul relitto del Loredan è ovviamente dedicata a dei subacquei tecnici esperti, i quali dovrebbero considerarla come meta obbligatoria visto e considerato che si troveranno di fronte a uno dei più interessanti relitti del Mar Mediterraneo e probabilmente il più bello del nostro mar di Sardegna.
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MS11/2021
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