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Canossa Massimiliano

 

pubblicato sulla rivista Sub n° 414 - Dicembre 2022

 

Intervista al titolare di Nautica Mare, Massimiliano Canossa

La maggior parte dei sub ti conosce come il proprietario di Nautica Mare, ma tu non sei solo l’imprenditore, che con padre e fratello, lotta per far quadrare i conti, sei anche un istruttore con un sacco di skills; raccontaci da dove è iniziata la storia.

Iniziai nei primi anni 90 ad immergermi sul Lago di Garda, e fin da subito mi appassionai ai relitti; viste le temperature, per stare più a lungo in acqua, mi interessai, da subito alle mute stagne ed alle miscele. A quei tempi nella mia zona non trovai nessun appoggio. Continuai così ad immergermi in aria, sognando e documentandomi, seguendo il percorso della maggior parte dei subacquei fino a conseguire il Dive Master.

Max

Quale il motivo che ti ha portato alla didattica tecnica alla quale sei legato da anni?

Era il 1996 e partecipai come visitatore ad uno dei primi Eudi Show, credo fosse a Bologna, con lo scopo di prendere contatti con alcune aziende produttrici di attrezzature subacquea; l’idea era di provare ad inserire la subacquea nel nostro negozio di famiglia, Nautica Mare, aperto da mio padre nel 1979. Girando tra i vari stand mi impressionò un manichino con bibombola, muta stagna, lampade e tutta una serie di attrezzature tecniche un pò strane ma affascinanti. Conobbi così Fabio Ruberti presidente della IANTD ITALIA-ADRIA, il quale mi indirizzo a fare i primi corsi nitrox e tecnici in Croazia a Pola. Mi iscrissi così ad un corso di miscele con la IANTD, in quegli anni una delle prime agenzie a proporre questo tipo di addestramento in Italia. Dedicai molti anni nella mia crescita come subacqueo prima di intraprendere la strada dell’istruzione nel 1997. Ebbi la fortuna di immergermi sui più bei relitti dell'Istria, e del canale del Quarnero. In quegli anni l'attività di immersioni tecniche per me era tutto, mi svegliavo all'alba per arrivare in orario a Brestova in Istria dove caricavamo tutta l'attrezzatura tecnica sulle barche dei pescatori, per poi immergersi sul relitto del Vis, o dello Stella Polare oppure partivamo da Banjole o Rovigno per il Baron Gautsch ed il Varese. Furono degli anni molto impegnativi, dove cercai di conciliare lavoro, famiglia ed immersioni. Grazie a IANTD partecipai ad alcune importanti spedizione in giro per il mondo, la prima nel 2003 sulla corazzata Santi Stefano a Premuda in Croazia. Nel 2004 organizzai una spedizione nel Mar Baltico in Polonia sul relitto del transatlantico Wilhelm Gustloff. Questo relitto, affondato durante la seconda guerra mondiale, è la testimonianza della più grande tragedia navale della storia, vi persero la vita oltre 10000 persone. Durante le mie immersioni nel Baltico conobbi Tomasz Stachura, per gli amici Tomek, proprietario della SANTI, azienda produttrice di muta stagne, sottomuta e sistemi riscaldati. Decisi così di provare a distribuire in Italia i suoi prodotti. Con grande soddisfazione crescemmo assieme. SANTI cresceva anno dopo anno; ad oggi il nostro rapporto si è consolidato e siamo i distributori per l'Italia, la Croazia e la Slovenia dei prodotti per uso sportivo e militare con ottimi risultati in termini di soddisfazione dei clienti e fatturato. Tornado alle immersioni, in quel periodo tra il 2004 al 2010, tra luglio e agosto di ogni anno, salutavo moglie e famiglia per partecipare a vari progetti con le IANTD Expeditions o organizzati direttamente dal mio gruppo NMDT (Nautica Mare Dive Team) o dal team polacco di Tomek. Abbiamo visitato relitti in Albania, Croazia e Polonia. Tra tutti uno dei più impegnativi, ma affascinanti, è stata l'esplorazione della portaerei tedesca Graf Zeppelin, giace sugli 80 metri di profondità sempre nel mar Baltico. Facevamo due immersioni al giorno in circuito aperto ad oltre 30 miglia dalla costa, è stata un'esperienza particolare ma dalla quale ho imparato molto.

Max

Un rapporto molto stretto con il Lagone, ma appena puoi ti allunghi al mare. Cosa è per te la formazione di un sub?

Il Lago di Garda è stata la mia palestra, per molti anni riuscivo ad immergermi anche 3 o 4 volte a settimana, tra notturne ed immersioni nel fine settimana ho fatto veramente moltissimi tuffi in ogni zona del Garda, alcune anche molto profonde per quel periodo, cose che oggi non rifarei più. Gestivo assieme a degli amici un diving nella zona di Brenzone e tra corsi ed immersioni feci moltissima esperienza. Come istruttore subacqueo mi specializzai in corsi tecnici con decompressione, utilizzo di miscele e relitti. Ho cercato di trasmettere quello che ho imparato nelle mie esperienze subacquee è così che mi hanno insegnato i miei istruttori. Ho avuto la fortuna di essere addestrato da diversi istruttori, ognuno con specifiche abilità, come relitti, grotte ed immersioni profonde. In ogni mio corso gli allievi acquistano un programma di addestramento completo e non acquistano il brevetto. Se gli obiettivi non vengono raggiunti si torna in acqua, non ci sono sconti o scorciatoie. Sicuramente ho perso qualche allievo che cercava la via più corta e facile. Ma la gratificazione dei subacquei che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati, a volte anche con molto sacrificio e tenacia non ha prezzo. Una volta formati, i subacquei entrano a far parte del nostro gruppo, diventano amici e compagni d'immersione, partecipano ai nostri progetti e spesso si instaurano dei rapporti longevi che vanno al di fuori del mondo subacqueo. Amicizie solide che tuttora persistono anche a distanza di anni, e questo solo grazie alla subacquea. Questo è il principale motivo che mi fa ancora svegliare la domenica mattina presto d'inverno per andare sul Garda o partire per un tuffo al mare, dopo molti anni di attività.

Max

Il passaggio al Reb, al Ponza Divings oddisfatto della scelta?

Ho aspettato molti anni prima di passare al circuito chiuso per una serie di motivi. Dal mio punto di vista il circuito aperto era semplice e sicuro, cosa che non trovavo nei circuito chiusi, soprattutto quelli elettronici. Negli anni duemila ci sono stati molti incidenti, ed ho perso un caro amico che si immergeva con il Reb. Inoltre mettendo sulla bilancia rischi/benefici l'ago si spostava sempre sull'aperto. Poi, forse in ritardo, ho capito che se volevo continuare a fare quel tipo di immersioni tecniche profonde in ambienti remoti, e con lunghe permanenze il circuito chiuso era l'unica soluzione. Così iniziai ad interessarmene. Conoscevo Andrea Donati da molti anni per il rapporto che ci lega con le mute stagne SANTI, infatti Ponza Diving è un Santi Test Center. Dopo aver valutato diverse macchine ho scelto di rimettermi in gioco ed iscrivermi ad un corso con il JJ-CCR. All'inizio non è stato facile ma poi una volta capito il funzionamento e fatta la giusta esperienza si è rivelata una macchina fantastica adatta alle mie esigenza. Semplice, versatile, robusta e soprattutto modulare. Il reb mi ha aperto nuovamente la strada ad alcune immersioni impegnative che non facevo più in aperto. Proprio quest'anno il proprietario di SANTI, Tomek Stachura, tra i più esperti esploratori di relitti del Mar Baltico mi ha invitato a partecipare ad un nuovo progetto.

Sei reduce da una fantastica esperienza nel Baltico, come concili negozio, immersioni e famiglia?

Nel mese di agosto, ho avuto la fortuna di immergermi su alcuni dei più importanti relitti del Mar Baltico, navi da guerra, sommergibili e navi di legno in perfetto stato di conservazione. Sono stato invitato a partecipare, in qualità di video operatore, ad un documentario subacqueo dove un team di 14 subacquei con CCR hanno esplorato e documentato questi fantastici relitti. E' stata un'esperienza di 15 giorni indimenticabile. Conciliare il tutto non è stato facile. Il negozio e l'azienda di distribuzione, grazie ai collaboratori prosegue quasi in autonomia. Fortunatamente mia moglie Cristina ed i miei tre figli Arianna, Giulia ed Elia sono molto comprensivi e consapevoli della mia passione e visto che sono anche loro subacquei il tutto risulta più semplice.

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