Valfiorita
pubblicato sulla rivista Sub n° 421 - Maggio 2024
Valfiorita il Thistlegorm del Mediterraneo
Lo stretto, offre tuffi strepitosi, l’ultima visita risale al 2016, ed un giretto, per salutare vecchi amici, per rivivere i ricordi della spedizione Viminale 2004, e per godere di profumi, sapori, scenari ineguagliabili, ci fa proprio bene. Partenza da casa alle 6, incontro a Roma con Augusto ed Henry alle 10, e via in direzione Palmi. In auto si inizia a pianificare ed assaporare quello che ci aspetta. Se il meteo sarà con noi, Rocco d’Agostino ci porterà due volte sulla Viminale ed il terzo giorno sul Valfiorita.
L’accumulo di inerte sarà importante, due tuffi con oltre 40 minuti sotto ai 100 metri, ed il terzo giorno 80/90 minuti fra i -70 ed i -50. Sarà proprio questo il più pericoloso, tanto tempo sul fondo, che saturerà i tessuti lenti, quelli più delicati. L’allenamento e la forma fisica sono fondamentali per non farsi male in questi casi. Prima di cena scarichiamo l’attrezzatura, e prendiamo possesso delle camere nel B&B sul mare, che ci regala subito uno splendido tramonto dietro Stromboli fumante.
Dopo i primi due giorni sulla Viminale, con due tuffi da 40 e 50 minuti di fondo, ora si torna a scorazzare in Sicilia sul Valfiorita. Salpiamo da Palmi sotto il sole cocente di luglio, direzione Mortelle, località poco ad ovest di Capo Peloro.
Mentre navighiamo in questo mare blu intenso, ci gustiamo il porto di Bagnara, con le sue caratteristiche barche per la pesca allo spada, e pensiamo agli eventi che hanno portato alla tragica fine del relitto che ci attende. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, 8 luglio 1943, mentre era in navigazione fra Messina e Palermo, stracolma di mezzi necessari alle nostre truppe, viene inquadrata e silurata dal sommergibile Britannico HMS Ultor, che la centrò spezzandola in due tronconi; affondò in pochi minuti.
Il relitto è rivolto verso mare, con la prua coricata sul lato di sinistra ad una profondità massima di 70 metri. Inizieremo l’immersione in quella zona, per poi risalire verso poppa a profondità minore, e terminare l’immersione in spiaggia, per una deco più confortevole e meno monotona che in catena. Consultate le tabelle di marea verifichiamo che non saremo disturbati eccessivamente.
Siamo ancorati sopra al punto esatto, ora bisogna indossare la stagna con il sottomuta pesante, operazione che al solo ricordo mi fa ancora sudare! Ultimi ragguagli con Rocco, run time di fondo pianificato in 90 minuti, a questo punto staccheremo, con direzione 200 gradi, per dirigerci in spiaggia. A 15 metri, dopo circa 120/130 minuti lancio del pedagno per farci individuare. Finalmente la capovolta, un paio di minuti per acclimatarsi, e riprendersi dalla sudata, ci si aggancia addosso scooter, bailout, macchina fotografica, e giù qualche metro. Altra piccola pausa, per il check mentale, e il bubble check, infine OK a scendere.
Sei solo, con il tuo respiro, punti in basso lo scooter, con la mano sinistra che deve stringere il naso, immettere il diluente e gonfiare la stagna, il tutto mentre scendi a 50 metri al minuto; complesso ma divertente. A 20 metri si intravede la forma, deviamo decisi sulla prua. Io mi allargo per una bella panoramica prima di raggiungere gli altri già intrufolati dentro al castello di prua. Gli spunti fotografici sono infiniti, acqua cristallina, pesce di passo e stanziale, colori accesi di spugne e ruggine, sono confuso e non so decidermi, mica posso uscire con 200 scatti!! Mi godo la situazione della grande rete che ricopre parzialmente la prua, cadendo verso ovest fino sul fondale.
Poco distante la mitragliatrice antiaerea binata, oggi appiglio per le uova di calamaro, che probabilmente fu sbalzata fuori bordo dall’esplosione. Risaliamo qualche metro ed infiliamo la stiva 1. Ci accoglie un riccio matita su una serie di grossi proiettili ancora tutti in ordine, concrezionati con ruggine e sedimento. Spazi stretti, bui ed angusti, nei quali fatico a passare e posizionare la macchina fotografica, fortunatamente siamo affiatati ed abituati, per cui ne usciamo senza problemi, con l’oblò in cristallo, dello scafandro, sano e salvo. Saliamo per arrivare sul ponte di coperta e rituffarci nelle stive successive, quelle delle macchine, camion e moto.
Ora abbiamo la luce del sole che penetra e ci illumina lo spettacolo di stive colme di materiali, estremamente suggestive, con scorci molto particolari. Ordino ad Augusto di posizionarsi bene, con la giusta inclinazione del suo fascio di luce, per avere scatti suggestivi, con le giuste proporzioni. Al solito mi dedica qualche minuto, poi si stanca e mi abbandona. Ma lo sforzo bellico quanto è costato? Vedi quello che hai sotto e pensi a tulle le altre centinaia di migliaia di tonnellate di carico che subì lo stesso destino. Ma godiamoci l’immersione, salto da una moto ad un camion, attento a non sollevare polverone, il limo è sempre pronto a rovinarti uno scatto.
Risalgo e faccio un giro sul ponte e sul ponte di comando, in mezzo a nuvole di pesce, con le palamiti in caccia, spettacolo sempre coinvolgente. Il tempo trascorre inesorabile, richiamo gli altri e ci dirigiamo all’elica, cioè sotto la poppa, l’elica è stata recuperata, facendo brillare l’asse che le dava il moto. Scorgiamo un cernione enorme che ci scruta incuriosito. Ottantanovesimo minuto, dobbiamo proprio andare. Come pianificato, rotta per 200 gradi, navighiamo scrutando il fondale e l’orizzonte, non si sa mai chi si possa incontrare in questo mare.
Ed infatti un grosso trigone ci sbuca da sotto, e come si accorge di noi vola via! 15 minuti passano in un lampo, e siamo alla prima tappa a 27 metri. Abbiamo un fondale chiaro, con il sole che penetra deciso, la luce è quasi abbagliante, per fortuna che più avanti c’è la posidonia, altrimenti servirebbero gli occhiali da sole. Fra un pesce pettine che si insabbia, nuvole di sardine, qualche paguro alla ricerca di cibo, arriviamo ai -15, il momento di farci trovare, e di far si che il barcaiolo tiri un sospiro di sollievo, sono oltre due ore che ci ha scaricati e non sa dove siamo e come stiamo.
Gli accordi erano, un pallone tutto ok, due palloni calare ancora con una bombola di ossigeno ed una di nitrox 50. mandiamo su solo il mio pedagno piccolo. Siamo rilassati e felici, l’unico problema che abbiamo è che domattina alle 8 dobbiamo ripartire per casa, per il resto stiamo benissimo e siamo felicissimi. Deco clear, siamo al 244° minuto, riemergiamo felici come dei bimbi col gioco nuovo. Rocco ci accoglie con un bello spuntino, ma prima un bel tuffo, senza muta, in queste splendide acque.
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MS04/2024
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