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La Secca di Gioia

 

pubblicato sulla rivista Sub n° 426 - Maggio 2025

 

Secca di Gioia

 

Solamente l’idea di immergersi in un sito vergine, mai esplorato, scatena una serie di emozioni incredibili. Per quanto mi riguarda il massimo è il relitto; ma anche una secca, con cappello a 55, ed il lato a mare, che scende, ripido, ad oltre 80 metri, deve sicuramente nascondere grosse sorprese.

Ponza, La Secca di Gioia

Donati ha sentito l’esigenza di trovare nuovi tuffi, a seguito del crescente numero di appassionati che si avvicinano al mondo del silenzio, partendo dal corso JJ air diluent del Ponza Diving. L’isola offre tante bellissime immersioni in acque cristalline partendo dalla costa, ma per godersi le splendide discese nel blu, con il reb che ti permette più confort ed autonomia, serviva cercare alternative. Io ed Augusto, veniamo coinvolti in questa cosa. Augusto come ottimo navigatore, io come reporter. Ricerche da effettuare in bassa stagione, con poche barche in navigazione.

Ponza, La Secca di Gioia

Ovviamente sul gommone serve un marinaio in grado di riposizionare l’ancora in caso di spedamento, non conosciamo la morfologia del cappello, e la corrente. Per qualche motivo potremmo essere costretti ad una risalita in libera, per cui deve anche monitorare eventuali nostri pedagni; al solito, 1 tutto ok, 2 attaccati assieme……. problema. In un tuffo esplorativo, bisogna prevedere il peggio, le variabili sono parecchie. Dopo uno studio delle batimetriche di Ponza, ci siamo fatti qualche idea, ma serve un confronto con i pescatori locali, loro conoscono il fondale come le loro tasche. Se ne occupa il Donati, che è ben voluto da tutti. Il pescatore, solitamente, non divulga i suoi trucchi e punti di pesca, a nessuno, ma di Andrea si fidano, non è un concorrente, anzi, in caso perdano qualche strumento, anche fondo, è l’unico in grado di ripescarglielo.

Ponza, La Secca di Gioia

Circa un paio di miglia a sud est di Zannone, c’è una bella situazione, decidiamo di provare. Cosa troveremo, una parete spoglia, ripulita dalle continue calate di reti, o tanti colori e vita rigogliosa? La sera prepariamo tutto, l'indomani mette meteo buono. Ci vestiamo sul Nettuno II, poi passiamo il resto dell’attrezzatura sul gommone, Serena al timone, io Augusto ed Andrea pronti! Il mare blu di Ponza è calmissimo, bello, rilassante. Ultimi ragguagli ed accordi fra noi e con Serena che ci assisterà dalla superficie. Siamo in zona, un ulteriore controllo con l’ecoscandaglio, valutiamo la corrente in superficie, e diamo fondo all’ancora di conseguenza. Pare tenga. Entriamo in acqua, si vede solo la catena sparire nel blu, relax ed emozione si mescolano, mentre finisco di agganciarmi tutto e controllare se tutto è OK. Ai 5 metri bubble check, nessuna perdita, scendiamo.

Ponza, La Secca di Gioia

Pochi secondi e si intravede il cappello. Siamo su un panettone di roccia, l’ancora è a posto, ma è vicina ad una rete in pesca, dovremo spostarla prima di risalire, per impedire che ci si possa impigliare. La secca brulica si sardine, con qualche ricciola all’inseguimento. Dopo una rapida occhiata ci buttiamo giù sulla parete che scende quasi verticale. Antenne di grosse aragoste ovunque, la parete è a tratti brulla, a tratti colonizzata, splendide gorgonie camaleon, ricoperte di astrospartus, io ne vado matto! In effetti ce ne sono proprio tanti. Al solito la luce penetra decisa, e loro se ne stanno chiusi, al buio tutti estesi sono una meraviglia della natura. Il silenzio rotto solo dal lieve rumore dei nostri scooter, ci avviciniamo al fondo in una pace incredibile.

Ponza, La Secca di Gioia

Sul lato nord, già a -66, scorgiamo qualche rametto di corallo rosso, con polipi estroflessi, sempre piacevole da ammirare. Ma i pezzi forti sono le grandi gorgonie camaleon!! Quel rosso che sfuma in giallo e poi via via che si va verso l’esterno il giallo è sempre più acceso. Questo giallo tanto intenso, però, pare non piacere agli astrospartus, di tanti in giro, nemmeno uno sul giallo. Scendiamo ancora, ammagliati dal silenzio, dall’acqua cristallina e da tutti questi colori. In lontananza intravedo qualcosa sulla sabbia, -86, sporgono dalla sabbia dei galleggianti di una vecchia rete, e tutto attorno una ventina di ricci matita, tipici di queste quote. Una riunione simile può essere solo per la riproduzione, solitamente sono solitari.

Ponza, La Secca di Gioia

Sui galleggianti le immancabili uova di calamaro, meticolosamente appese in modo da prendere il maggior flusso di acqua possibile. Mi allargo un pochino e controllo verso l’esterno, le sabbie fonde spesso nascondono sorprese, ma questa volta, è solo detrito grosso, senza particolari presenze di vita. Augusto è dietro di me, molto lentamente iniziamo il rientro. Piano piano, ci ricontrolliamo la parete, negli anfratti bui, ci sono cipree, galatee, spugne, un mare di vita. La sommità si avvicina, la luce sempre più  intensa, ci fa vedere da lontano la catena. Ultimo saluto a questo meraviglioso posto, mentre prendiamo la via della superficie. In deco un sacco di ctenophori, fra cui la splendida Cinta di Venere, sarà lunga oltre un metro, bellissima è la prima volta che mi capita!!

Durante il rientro decidiamo di chiamarla secca di Gioia, per l’immensa gioia che ci ha regalato e che continuerà a regalarci.

 

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MS04/2025