Problemino
Report di cinque mesi pesanti......
Quando chiamai Pasquale, per dirgli che mi ero preso l’ennesima embolia, descrivendo l’immersione, mi rispose che era immeritata, con il male che avevo dalle 3 di notte, non mi importava molto se fosse o no meritata; mi disse che sarebbe servito un trattamento lungo….
Ma partiamo dall’inizio.
Il 7 giugno mi presento all'Argentario Divers per tre giorni di immersione. Il mio buddy abituale è impegnato, per cui tuffetto in solitaria, non dovrò rincorrere o aspettare nessuno. Ci ormeggiamo su punta scaletta, il JJ è lì pronto, assemblato, controllato e verificato, ho già la muta, calo in mare bailout e scooter, poi inizia il rito. Cappuccio, guanti stagni, maschera, mi infilo nell’imbrago. Sono concentrato solo su quello che sto facendo, degli altri non me ne importa nulla e non li percepisco nemmeno. Mentre inizio la respirazione in macchina completo il solito giro per non tralasciare nulla, una volta terminato sono certo che è tutto connesso e operativo. Sono tre settimane che non mi immergo, da anni ormai mettendo in pratica la mia procedura di check ed assemblaggio sono sempre riuscito a non dimenticare nulla, essere efficiente, e divertirmi. La consapevolezza di avere una procedura, e di metterla in pratica mi fa stare molto tranquillo anche sotto. Mi butto, ri controllo la PPO2, mi faccio passare la macchina fotografica, mi aggancio scooter e bailout. A 10 metri faccio un bubble check, ok nessuna perdita, vado. Seguo il fondo degradante, poi la parete che termina a 50 metri, di lì un careno mi accompagna fino sotto ai 60.
A questo punto il fondo è sabbioso, di detrito grosso, il classico habitat delle pennatule, ma per quanto guardi non ne vedo. Scorgo una grossa formazione rocciosa fra gli 82 e gli 87 metri, ricchissima di vita, con una miriade di Munida Rugosa.
Fotografo per una decina di minuti. Quando alzo lo sguardo, poco sopra, uno spettacolo meraviglioso, tre pesci luna che danzano con quattro grossi dentici. Inizia la fase critica, la decompressione.
Risalgo molto lentamente, gustandomi ogni momento. Sovente in deco ho dei dolori alle spalle, che dettano i tempi, questa volta no, tutto liscio; entusiasta, dopo due ore, metto la testa fuori e risalgo in barca. Non finisco nemmeno di svestirmi che una forte puntura si presenta alla spalla sinistra, maledetta ci siamo di nuovo. Mi metto all'ombra, mi bevo parecchia acqua, e sto a riposo. Il dolore si attenua moltissimo lasciandomi gustare aperitivo e cena con gli amici. Dopo una splendida serata mi vado a godere la meravigliosa camera del B&B. Alle tre di notte sono svegliato dal classico dolore acuto da PDD, che non mi permette più di dormire. Avrei dovuto immergermi anche la domenica ed il lunedì, ed invece ero KO. Sveglio mi passano per la mente parecchie idee; avendo partecipato alla lezione di Simon Mitchell, durante il Rebreather Meeting a Ponza, sulla ricompressione in acqua, ho valutato il da farsi; potevo non dire nulla, immergermi, arrivare sotto i 90 e risalire in circa tre/quattro ore. Ma siccome il tempo non mi mancava, ho fatto una seria analisi del rischio di tale soluzione:
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sarei stato solo;
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non avrei avuto garanzie di guarigione;
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l’embolia mi era venuta senza aver sbagliato nulla, dopo un’immersione più leggera del solito, quindi la causa poteva essere un mio problema fisiologico indipendente dal tuffo;
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la condizione psicologica pesantemente compromessa;
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il braccio sinistro quasi completamente perso dal male, per cui compromessa anche la condizione fisica;
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sopporto senza problemi 3 ore di deco, se sto bene, ma in quelle condizioni difficilmente avrei resistito;
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se comunque ci fossi riuscito, ma non avessi risolto, avrei ritardato ulteriormente il trattamento iperbarico;
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la ricompressione nei nostri mari non è come fatta ai tropici, con 30 gradi, avrei comunque avuto freddo e mi sarei disidratato, condizioni sfavorevoli alla guarigione.
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avrei dovuto tenere la PPO2 almeno a 1,6, il CNS sarebbe schizzato alle stelle, con il pericolo di intossicazione da O2.
Non era il caso di rischiare, troppe incognite, troppi problemi, meglio affrontare il viaggio di poco meno di quattro ore ed infilarmi nella camera iperbarica di Ravenna.
Alle 6,30 provo con una bella doccia bollente, ma nulla, nessun sollievo. Mi vesto, passo dal diving a caricare l’attrezzatura, saluto tutti, gli dico del problema ma cerco di nascondergli il forte dolore che sento, per non farli preoccupare troppo, ma comunque mi vedono in piedi e quasi completamente operativo, quindi non realizzano fino in fondo. Chiamo Pasquale, sapevo fosse ad Otranto per un evento Simsi, gli spiego il problema, e gli dico che sarò al pronto soccorso di Faenza alle 12. Ricordandosi i miei pregressi mi preannuncia che la camera sarà una CX30, di prepararmi alle oltre 9 ore di trattamento. Saluto, ringrazio, e parto per il viaggio, solo col braccio destro operativo. I miei amici, e mia moglie, sanno che se sono in grado, voglio arrivare a Ravenna, le camere in Italia sono tante, ma di Medici con la M maiuscola, in grado di sfruttare a pieno i benefici del trattamento iperbarico, ne conosco solo 2, uno a Ravenna ed uno Bari, due grandi professionisti e cari amici!! Il viaggio è stato piuttosto duro, il male era veramente forte, ma dovevo assolutamente farcela. Arrivato a casa, svuotato la macchina, altra bella doccia bollente, mangiato un morso, e via al PS. Conosco la prassi, e so come far accelerare il più possibile i tempi, così alle 16 l’ambulanza mi scarica al Centro Iperbarico di Ravenna, dove il rianimatore Galvani, infermiera, e tecnico sono in attesa. Un rapido check preliminare ed entro in barella assieme all’assistente.
Compressione veloce a 30 metri e si comincia a respirare eliox 50. Fra chiacchiere, lettura, bere ed urinare, cambio di gas si arriva alle 19,30, quando da fuori ci comunicano che loro prenderanno sushi per cena; scegliamo anche noi dal lungo menù. Alle 20,30 siamo a 12 metri, e con sollievo affermo: bhe ormai ci siamo; l’assistente mi guarda e dice: si finiamo fra 4 ore!! Con grande sollievo alle 0,30 emergiamo e si apre la grossa porta della camera numero 1 di Ravenna, sto benissimo, carico di ossigeno da paura. Il rianimatore mi rilascia il foglio di dimissioni, con la richiesta per un ripassino a 15 metri il giorno dopo nel pomeriggio, con nitrox 88, con l’ossigeno puro basta. Mi consigliano una risonanza alle spalle, per capire cosa abbia scatenato anche questa ultima embolia, e scopriamo una grossa zona prenecrotica sulla testa dell’omero sinistro.
Per provare a recuperarlo servono 30 camere iperbariche, 15 a 18 metri e le altre a 15 metri, elettrostimolazioni tramite Frems da eseguire prima delle camere, magnetoterapia tutte le notti per due mesi, ed integratori di calcio. Prassi già effettuate nel 2006 per lo stesso problema. Io sono impaziente di sapere se mi rimetterò e se potrò continuare ad immergermi, vista la recidiva, Pasquale e Francesco, mi tranquillizzano, servirà tempo ma sono ottimisti. Il 31 luglio inizio, e come al solito mi sento in colpa ad essere autosufficiente. Intendo dire che la maggior parte dei pazienti del Centro Iperbarico cammina con le stampelle, o è in sedia a rotelle, per finire ai barellati trasportati in ambulanza.
Io ho solo un problema ad una spalla….. Al 28 agosto finisco le camere, ora devo attendere un paio di mesi che l’organismo metabolizzi il tutto, intanto continuo con la magnetoterapia e gli integratori, e l’astinenza da immersioni comincia a pesare. Sono impaziente, sono all’asciutto da giugno, chiedo ragguagli, devo pagare il saldo delle ferie di novembre a Truk, e ho bisogno di sapere se sarò abile o meno per tale data. Francesco mi da appuntamento al volo, trova qualche minuto per me, durante una sua terapia. Si consulta con Pasquale; concordano che alla peggio, se nella risonanza di controllo di fine ottobre ci saranno residui necrotici, dovrò effettuare altro ciclo, e potrò immergermi in maniera molto light. Avendo fiducia in loro, decido di pagare, ed è la scelta azzeccata, nella risonanza di controllo si evidenzia il normale processo di guarigione, Truk lo posso affrontare a tutta forza, sono immersioni non fonde con poca deco, temperatura alta, ed elio nel diluente!!! A primavera effettueremo ultimo controllo per avere il via libera a quote e deco a mia discrezione, non a discrezione della spalla.
Un infinito grazie a Pasquale Longobardi e Francesco Fontana, ed a tutto lo staff del Centro Iperbarico di Ravenna, che ancora una volta si è rivelato estremamente professionale, competente, disponibile ed amorevole!!! Mi avete risolto anche questa!!!
MS 12/2019
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