A secco
La spedizione Viminale è in pieno svolgimento, abbiamo già filmato e fotografato parecchio, ora è il momento di riprendere l'enorme falla, circa 10 metri di lunghezza per 5 di altezza, che si apre a dritta, fra la stiva n 4 e la n 5. E' il 29 giugno 2004, ed io sto per affrontare la mia ventiduesima immersione in trimix, sotto gli ottanta metri. Come al solito di buon'ora ci troviamo al diving per le consuete operazioni di carico del gommone, controllo pressioni e percentuali delle miscele, breafing con gli assistenti di superficie, ripasso delle procedure. Solitamente si risaliva lungo lo steso ormeggio dal quale si era scesi, in questo caso, essendo la falla a metà fra quello di poppa, e quello centrale, decidiamo di risalire da quest'ultimo, in quanto è a favore di corrente. Iniziamo la vestizione, sottomuta di pile, muta stagna, i due computer, cesoie nella tasca destra, della muta, maschera di rispetto in quella sinistra, tabelle di emergenza, il tutto indossato e controllato in maniera maniacale così da minimizzare il rischio di imprevisti. Salpiamo, sul gommone io e il mio solito affiatatissimo compare, sempre quello del racconto precedente, diretti sul fondo, papà nel ruolo di assistente di superficie, e Fabrizio come assistente ai -40. Ci tuffiamo, e dopo un rapido controllo, qualche metro sotto la superficie, scendiamo come al solito intorno ai 35/40 metri al minuto. Ai -80 metri iniziavamo a gonfiare i jacket, e poco dopo ecco sotto l'enorme sagoma del relitto, sempre affascinante. Oggi la visibilità non è stupebda, saremo attorno ad una dozzina di metri, tenendoci a vista, partiamo con gli scooter verso la nostra destinazione, seguendo il parapetto del ponte. Giunti sulla verticale della falla, vi era un bigo di una scialuppa proprio sopra, ci affrettiamo a portarci davanti all''enorme squarcio. Fino ad ora tutto era trascorso come programmato, tempi rispettati, consumo nella norma, eravamo pronti. Gli accordi erano che mi sarei fatto riprendere mentre osservavo la falla, per poi dopo penetrarla. E così facemmo, il cameraman era un paio di metri spostato dalla chiglia, a circa - 105, ed io con lo scooter facevo dei passaggi. Bisognava poi fare l'entrata e l'uscita dalla falla, immagini che sarebbero risultate importanti per mostrare le dimensioni di ciò che resta dopo lo scoppio di un siluro. Ci scambiamo un'occhiata e mi fa cenno di entrare. Accendo la seconda pila, e premo sul pulsante che aziona l'elica, non sento altro che il rumore del motore elettrico di quel meraviglioso propulsore. Come programmato, a centro nave, a circa 8/10 metri da dove si trovava il socio, mi giro per uscire, e quì iniziano i 22 secondi più lunghi della mia vita. Inspiro, e sento l'erogatore durissimo, come se fossi con le bombole vuote, non mi allarmo, tenendo il separatore delle due bottiglie aperto solo per un quarto di giro, capita che a volte si chiuda, facendo svuotare una sola bottiglia, nulla di grave, lo si riapre e tutto torna a posto. Controllo il manometro dell'erogatore che sto utilizzando ed è a zero, tranquillo guardo l'altro................è a zero anche lui, ho misteriosamente esaurito il gas di fondo!!! Non vi nascondo che il primo pensiero è stato: "questa volta ci rimango". Poi grazie alla lucidità che si ha respirando miscele con elio, grazie alla solita consapevolezza di avere le capacità di trovare la giusta soluzione, il cervello si impegna al massimo, e sforna un ragionamento logico. Il mio ragionamento logico è stato: "ho ancora tre bombole piene, prima di annegare proviamoci". La prima opzione che ho valutato, è stata la risalita in verticale, abbandonando il compagno e cercando di arrangiarmi, poteva anche funzionare; i problemi quali erano, erano che il relitto era pieno di lenze rischiavo di impigliarmi, ed essendo senza nulla da respirare in condizioni di forte stress, sarei annegato. Se fossi riuscito a non impigliarmi, avrei fatto preoccupare sia il compare in acqua, che papà e l'assistente in superficie, i quali avrebbero avuto due sub separati da accudire. Sarei riuscito con i gas che avevo addosso a finire la deco?? Troppe incognite, soluzione da scartare. Secondo ragionamento; ho il compagno a portata di mano cerco di raggiungerlo, a nuoto improponibile, meglio utilizzare lo scooter, speriamo non si fermi proprio ora. Premo sul pulsante, parte. Inizio a segnalare con la lampada dell'emergenza in atto, ed intanto mi viene in mente che lui quando filma consuma più di me, quanto avrà rimasto nelle bombole? Speravo fosse pronto a darmi assistenza, invece è concentratissimo a riprendermi mentre esco, non si è accorto di nulla. Appena gli sono a tiro, mi prendo il suo secondo erogatore, solo ora realizza. Rendendosi conto del problema, molla la telecamera, si gira e fa per risalire, resta bloccato, si è incastrato con la rubinetteria sotto una lamiera deformata dall'esplosione, gli abbasso la testa e lo tiro via; ho fretta di portarmi ad una quota inferiore. Fino ad ora è fatta, dobbiamo tranquillizzarci per risparmiare gas, sopra di noi solo mare aperto, nessun ostacolo. Intanto la pressione delle sue bombole è prossima allo zero, siamo ancora fondi, e dobbiamo passare al nitrox 32 attorno ai -55. Purtroppo entrambi avevamo una bombola da 7 litri per il nitrox 32, si esaurisce troppo presto, costringendoci a prendere il nitrox 50 sotto ai -27 metri. Conosciamo il rischio di convulsioni da ossigeno, ma fra rischiare le convulsioni ed un sicuro annegamento si opta per il primo. Durante le prime fasi della risalita abbiamo lanciato il pallone di segnalazione, per comunicare a quelli del gommone la nostra posizione, infatti attorno ai 20 metri ci vediamo arrivare l'assistente, che ci alleggerisce degli scooter e della telecamera. Abbiamo poi finito regolarmente la deco. Rivedendo il filmato, si nota chiaramente che avevo esaurito il gas, a causa di un'erogazione provocata dal colpo d'acqua, che si era preso il mio secondo erogatore, partendo con lo scooter. Mi si gela ancora il sangue, riguardando il filmato, 30 secondi di autoerogazione, mentre sparisco all'interno della falla, 22 secondi di frenetico lampeggiare, per comunicare l'emergenza, durante i quali ho effettuato 3 atti respiratori aspirando con forza il gas dalle bombole. Come la maggior parte dei sub che effettuano immersioni profonde in aria, anch'io, prima di provare il trimix, mi sentivo perfettamente a mio agio, nella fascia fra i -40 ed i -60, tuttavia, dopo aver analizzato accuratamente l'accaduto, sono fermamente convinto che se un'emergenza del genere mi fosse successa, respirando aria a -60 metri, non sarei stato in grado di risolverla, ed avrebbe avuto sicuramente un'esito drammatico.
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