pubblicato sulla rivista Sub n° 406 - Maggio 2021
Andare a Ponza è sempre uno spettacolo! Questa piccola lingua di terra plasmata dal fuoco della terra, dal mare e dal vento, racchiude in se una quantità di tesori, più o meno conosciuti, strabiliante. Siamo a circa 100km da Roma ma, complice il traghetto, che per coprire le 39 nm che la separano da Formia impiega 3 ore, sembra di andare molto più lontano; non un’isola del nostro amato Tirreno ma quasi una destinazione di un mare lontano.
Agosto non è esattamente il mese migliore per noi tecnici; troppe barche, troppi aperitivi la sera, troppi battesimi subacquei. Andrea Donati del Ponza Diving Center è un vero amico e cerca sempre di accontentare tutti; anche due sfegatati come me e Marco, sempre alla ricerca di nuove emozioni. Una sera, viste le nostre espressioni per il programma del giorno seguente; immersione sull’LST a Punta Papa, ci dice: “sentite, c’è una secca, mai esplorata, di cui mi ha parlato un pescatore, Balzano per l’appunto, a circa 1000 metri da Punta Papa, in direzione NW. Il cappello è a circa 65 metri e scende oltre i 100 metri. La scandagliamo, ci buttiamo sopra un pedagno, poi andiamo ad ancorarci sopra il relitto e voi da lì, con lo scooter ci andate in immersione!” Della serie: è abbastanza per voi?! Io e Marco ci scambiamo uno sguardo d’intesa; già da un paio d’anni, abbiamo trovato il modo per andare dal relitto alla secca di Punta Papa, che si trova a circa 400 metri dall’LST con cappello a 30 metri e fondo sui 60 metri, l’idea di prolungare il giro con un’altra secca da esplorare, ci ingolosisce…
La mattina seguente, come da programma, prima di andarci ad ancorare a cala dell’Acqua, passiamo con la barca di Andrea, il Nettuno II, sul punto indicato dal pescatore Balzano. Dopo pochi minuti appare sullo scandaglio un bel profilo di una secca con il cappello intorno ai 60metri. Buttiamo il pedagno per segnalare il punto e poi ci dirigiamo verso l’ancoraggio previsto per LST. Da qui il pedagno si vede a malapena con il binocolo e prendere i gradi di bussola non è proprio semplice. Fortunatamente ho segnato il punto con il GPS e sono in grado di tracciare una rotta che ci porti dall’LST alla secca di punta Papa e poi alla secca di Balzano. Sulla carta tutto chiaro; sott’acqua poi vedremo se il lavoro fatto è stato accurato. Ancorati sopra l’LST siamo già pronti a tuffarci in acqua per primi; sappiamo che abbiamo davanti almeno 4 ore di immersione avendo programmato 60 minuti oltre i 60 metri, e non vogliamo far tardi per i meravigliosi pranzi a bordo del Nettuno II. Reb in spalla, filtro della Sofnolime nuovo, scooter carico al 100% e 3 bailout: si parte!
Fatti i dovuti controlli che tutto funzioni perfettamente, entriamo in acqua, nuovo controllo ai 6 metri che sia tutto a posto e iniziamo. La prima parte dell’ immersione scorre via facile: puntiamo verso il relitto dell’LST che attraversiamo di corsa, avremo modo di farci una lunga deco al ritorno, e via verso la cigliata delle aragoste intorno ai 45 metri. La raggiungiamo dopo 7 minuti e da qui, navigando per 310°, in altri 5 minuti siamo alla secca di Punta Papa. Alla base della secca intorno ai 55 metri, sul lato verso Est, in un anfratto, c’è un’ancora romana coperta di concrezioni a cui non possiamo non rendere un doveroso veloce omaggio; mi metto in posa e Marco fa i suoi primi scatti.
Rapido check che tutto sia ok e via verso Balzano. Ho studiato le batimetriche della zona, con un po’ di fortuna, dopo circa 20 minuti di scooter, ad una quota di 60 metri, dovremmo trovarcela di fronte seguendo con la bussola, la rotta tracciata in barca. Navigare a mezz’acqua nel blu verso l’ignoto è una sensazione forte; non sai mai cosa ti aspetta. Bisogna continuamente guardare la bussola per non perdere la rotta; bisogna evitare di seguire le proprie sensazioni; quelle che ti fanno girare in tondo senza rendertene conto. Il tempo scorre lento ma è sempre così: la strada dell’andata sembra sempre più lunga di quella del ritorno. Passa il tempo e al 18 minuto, una ombra scura attira sulla destra la mia attenzione; è lei, la secca di Balzano! Da un fondale di oltre 80 metri si erge questa piramide perfetta che raggiunge il sommo a 57 metri. Interamente ricoperta di gorgonie rosse (Paramuricea Clavata), e spugne gialle è il paradiso degli Astrospartus che sono particolarmente numerose.
Una novità per Ponza; nei siti tradizionali sotto costa, non sono particolarmente frequenti; qui abbondano e prosperano. Un San Pietro, per nulla intimorito, ci viene incontro senza alcuna diffidenza; è chiaro che non ha mai visto un sub; si trova nel suo territorio e vuole farci capire che, non invitati, stiamo entrando a casa sua! Nuvole di Anthias rossi ricoprono la sommità ed un branco di dentici gira in circolo; i colori sono vivissimi e la vita abbondante. L’acqua di Ponza è poi sempre limpidissima e a 70 metri, si ha l’impressione di essere molto più prossimi alla superficie. Ci soffermiamo una decina di minuti; io a perlustrare la secca, alla ricerca di spunti interessanti, memorizzandone la forma e le caratteristiche, Marco a fare foto a tutto ciò che è degno di nota; qui i soggetti interessanti di sicuro non mancano. Siamo al minuto 43 di RT, avviso Marco che voglio spingermi ancora un pochino, verso il largo, per vedere cosa c’è. Conosco il suo sguardo; abbiamo scooterato per mezz’ora, siamo su una secca vergine mai esplorata, lontanissimi dalla barca, e ancora non ti basta?
Dalla secca vi è un breve pianoro di sabbia bianca che termina con una cigliata verticale; la tentazione è troppo forte; scendiamo! Dagli 80 metri ci troviamo rapidamente a quasi 100 metri e il fondo non si vede ancora; dal mondo di colori di Balzano, siamo passati ad un paesaggio lunare di rocce grigie, con una luce crepuscolare affascinante; un senso di pace e armonia ci avvolge! Non è narcosi! Nel diluente abbiamo una classica 5/80; miscela d’elezione per queste scorribande che prevedono tempi di fondo significativi a queste quote. Restiamo, così, sospesi nel blu, lungo questa cigliata esterna di cui non vediamo il fondo, a goderci sensazioni difficili da far comprendere a chi non le ha provate; uno spettacolo della natura! Siamo al minuto 50 e il TTS segna un inquietante ed impietoso 135 minuti.
Dobbiamo ancora tornare sulla sommità di Balzano e di li abbiamo anche da fare almeno altri 20 minuti a 60 metri prima di iniziare la deco vero e propria! E’ ora di tornare. A malincuore risaliamo la cigliata, e torniamo sulla secca, ancora qualche scatto e poi Marco ripiega i bracci dei suoi flash; è i segnale, possiamo partire per il viaggio di ritorno. Tornando verso casa le sensazioni sono diverse; sappiamo dove stiamo andando e tutto è meno complicato; avevo memorizzato alcune rocce isolate lungo il fondo sabbioso che separa le due secche e ritrovarle al passaggio, mi da una grande sicurezza dell’essere sula rotta giusta. Arriviamo alla secca di Punta Papa in 15 minuti e, dal fondo, intorno ai 55 metri, risaliamo fin sul cappello a 30 metri seguendo le nostre soste deco. Qui ci attende lo spettacolo dei dentici in caccia; non ci vedono perché veniamo dal fondo e dal largo e non ci sentono grazie ai nostri silenziosi Rebreather. Dieci minuti a riempire gli occhi con questo spettacolo e poi via verso l’LST dove arriviamo dopo oltre 100 minuti di puro godimento. Sul ponte del mezzo da sbarco americano, incontriamo Andrea con altri 3 subacquei in circuito chiuso; gli spieghiamo che Balzano l’abbiamo trovata e che la secca è una meraviglia. Lui, forse, è più contento che siamo tornati e che tutto è andato bene, che non della scoperta di un nuovo punto di immersione.
Il tempo di una foto di gruppo e Andrea ci lascia per rientrare in barca. A noi ci attendono circa 2 ore di deco passate a girare sia la prua che la poppa del relitto, oltre che un’altra piccola secca nel cuore della baia di Cala dell’Acqua. Manca ormai poco più di un’ora alla fine ma abbiamo ancora il tempo di andare in una piccola grotta intorno ai 10 metri e fare ancora qualche foto. Da qui saliamo all’ultima tappa dei 6 metri dove spendiamo gli ultimi 60 minuti a schivare meduse e poi, ad 1 metro al minuto, saliamo in superficie; sono passate poco meno di 4 ore e Andrea ci intima di sbrigarci che sta scolando la pasta: tempismo perfetto! Tra una forchettata e l’altra, debriefing e promessa di tornare a Balzano quanto prima; dobbiamo ancora scoprire a che quota finisce la cigliata esterna…
AUG 05/2021