pubblicato sulla rivista Sub n° 414 - Dicembre 2022
La grande nave, così è conosciuta la Viminale fra i pescatori della zona.
Avevamo pianificato, il ns ritorno, per metà giugno, ma Rocco consiglia di spostare, al primo quarto di luna calante, in quanto, al primo calante o crescente, le maree sono meno violente. 1005 km mi separano da Palmi. L’otto luglio, quindi, parto alle 6, appuntamento con Augusto, Marcello ed Herry a Frosinone, al solito parcheggio. Mi piacciono questi viaggi, da solo in macchina, hai tanto tempo per riflettere. Mi ero immerso su questo grande relitto nel 2004, durante la spedizione effettuata con 7 amici, più qualche ospite, spedizione che ci ha permesso di realizzare un bel libro ed un Dvd, sulla storia della Viminale e sulla storia di un gruppo di amici, che intraprende il percorso delle immersioni tecniche, fino all’esigenza di finalizzare l’istruzione e l’esperienza accumulata.
Fu più impegnativo che divertente, in quanto ad ogni tuffo dovevamo portare a casa il risultato, foto o filmati; questa volta sono in ferie, tuffi di piacere, ma mi conosco, il risultato, e cioè qualche scatto, da wow, deve uscire, altrimenti durante il lungo inverno, come faccio a rivivere le emozioni? Passano i km e penso al relitto, che visibilità troveremo? Nei 22 tuffi del 2004 ci capitò da 40 a 5 metri di visibilità, da zero corrente a 3/4 nodi; speriamo bene. Cosa proverò nel rivedere quel transatlantico, che per due volte mi ha quasi ucciso, una per un’auto erogazione che mi svuotò, in pochi secondi, il 15+15, dentro la stiva della falla, l’altra per una membrana fuori posizione di un secondo stadio che mi diede acqua durante una penetrazione. Gestiremo le emozioni al momento, inutile fare supposizioni ora. Alle 19,30, dopo una bella pausa pranzo a Lagonegro, arriviamo.
Ci accoglie Rocco D’agostino, del diving Le Tonnare, dopo i saluti, scarichiamo la voluminosa e pesante attrezzatura, già pronta per l’indomani. Prendiamo possesso delle ns camere nel B&B Eneide di Rosita, conosciuta nel 2004; era una ragazzina, ora è una splendida donna con un piacevolissimo e curatissimo B&B. Dalla terrazza ci gustiamo uno strepitoso tramonto sulle Eolie, con Stromboli fumante.
Per domani l’appuntamento è alle 8; dopo qualche disguido con il meccanico, che ci doveva portare il furgone necessario a trasferire le attrezzature al gommone, riusciamo a caricare. Ricordavo il temibile sole Calabrese di luglio, ti spacca a metà, è potentissimo, ma mi piace. Ci sediamo all’ombra, per riprenderci dalla fatica, beviamo parecchio, poi iniziamo la vestizione; calzini termici, giubbotto riscaldato, il sottomuta da 400, connettiamo la p-valve, infine ci chiudiamo la stagna. Subito a bagnarci per riportare la temperatura corporea a condizioni più normali possibili, in testa il cappello fradicio di acqua fresca. La navigazione è di 10 minuti, Rocco pedagna sul castello, a 87 metri. Una leggera corrente ci obbliga a prepararci e buttarci molto a monte del pedagno. Io sono il primo, poi Augusto, Herry e dopo 17 minuti a contrastare la corrente con lo scooter arriva Marcello. Avevo avvertito Augusto, che non mi sentivo al 100%, con i miei dolori alle spalle, ho sempre paura di farmi male in risalita, so che lui vuole spingere parecchio; pianifichiamo dalle tre alle tre ore e mezzo di immersione.
Io sinceramente farei meno; aspettiamo la reazione psicologica all’arrivo sul relitto. Come di consueto, dopo l’OK a scendere, mi estraneo da tutto quello che non serve e mi concentro sul tuffo. Parto verso il basso con lo scooter, senza toccare il pedagno, che non è fissato, a tutta forza. Inspiro mentre carico il diluente, compenso la stagna, compenso e immetto aria nella maschera; manovre da coordinare bene, in modo da essere più negativi possibile, per superare almeno i 35 metri al minuto. L’acqua è molto scura, sotto ai 21 metri arriva la coltellata del termoclino, inizio ad intravederla solo sotto ai 75 metri. Maestosa, bella, enorme, ricoperta di castagnole, che spettacolo! una sensazione di pace totale mi pervade. A 80 mollo lo scooter e mi metto velocemente in assetto, non perdo tempo a capire dove sono, uno sguardo verso l’alto e scorgo gli altri che stanno arrivando, intanto preparo la macchina fotografica. Per essere più agile la tengo riposta durante la discesa, ora devo aprire i bracci, orientare i flash, togliere la protezione dell’oblò e fare lo scatto di prova, per vedere se i fasci di luce sono direzionati bene, iso, tempo e diaframma li ho sistemati in gommone dovrebbero andare bene.
Appena arriva Augusto fissa il pedagno, grazie alle mire infallibili di Rocco siamo proprio a fianco dell’accesso alla sala macchine. Come da pianificazione, molliamo sccoter e due bailout, tenendo solo quello di fondo, e ci infiliamo dentro.
Purtroppo, durante la spedizione del 2004 non ero riuscito a fare la sala macchine, è la mia prima volta. Grazie a tutta l’esperienza maturata nell’atollo di Truk, a novembre, dove abbiamo minuziosamente ispezionato oltre 15 sale macchine, anche in navi sbandate sul fianco, ora l’aspetto più importante è gestire il tempo, siamo sotto ai 100 metri, ed i minuti trascorsi qui pesano parecchio in termini di decompressione.
Lo spazio è ampio, lo stato di conservazione, come la visibilità sono ottimi, scatto e mi godo la situazione, seguendo le scale scendiamo di livello, bello, che pace che si prova ora, contrariamente al trambusto ed al caldo che ci doveva essere a macchine in moto, ora è freddo, 14 gradi, ma non ci disturba.
Parecchie lampade sono cadute sui camminamenti, i cavi hanno ceduto, contrariamente al pannello strumenti, che è in ottime condizioni, con i vetri dei manometri ancora integri. 12 minuti sono sufficienti, anche se siamo stati attenti la sospensione si muove, in 4 siamo troppi li dentro, usciamo.
Dopo la sala macchine avevamo pianificato di andare alla prua, parto nuovamente a tutta forza, e mentre sorvolo la plancia e le stive, a circa 45 metri al minuto, mi viene in mente la fatica che facemmo nel 2004 spostandoci a pinne. Avvistati gli argani delle ancora mi torna alla mente quel fantastico tagliamare, oltrepasso la prua e mi abbasso al livello delle due enormi ancore. Visione fantastica, sono sospeso a 96 metri, non vedo il fondo che è 12 metri sotto, la visibilità non è delle migliori, forse 10/12 metri, inquadro la situazione e scatto, poi arriva Augusto e scatto nuovamente con la sua luce che mi illumina le castagnole, gli faccio cenno di dirigere il fascio sull’ancora, scende, ed io scatto nuovamente.
Sono momenti meravigliosi, e bloccandoli in foto, posso riviverli all’infinito. Immancabile il selfie ricordo sulla prua. Il tempo è tiranno, ed anche il TTS (time to surface) che segna 165 minuti. Rientrando non posso non fermarmi sulla bussola di dritta della plancia, la faccio notare agli altri, 2 scatti al volo e rientro al pedagno con cabrata veloce per portarmi alla prima tappa deco. Passando osservo i tragici segni del tempo sulla tuga, è completamente collassata, la ricordo nel 2004 perfettamente in piano con gli ambienti interni perfettamente percorribili.
Mollo, la mia ventitreesima immersione sulla Viminale, al 32° minuto con 170 minuti di deco. Fino adesso la mente era presa dall’immersione, ora devo ascoltarmi bene per evitare che una bollicina di inerte mi procuri problemi. Le prime tappe volano, poi sopra i 39 si allungano sempre più, e si ha tempo per rivivere lo spettacolare tuffo. Uno dei miei problemi è che sono talmente concentrato sulla macchina fotografica, sull’inquadratura, sulla posizione dei sub nel fotogramma, sulle loro luci, che mi perdo la magia del momento, o non la colgo in pieno, maledicendo lo scafandro e la volta che ho iniziato a fotografare. Ma poi si esce dall’acqua, e si guardano i risultati, così all’immersione successiva tutto si ripete come al solito!
Assistenza e Logistica
in località Le Tonnare - Palmi, sorge il porto turistico, ove è presente il diving Le Tonnare. Gestito da Rocco D’agostino, fornisce assistenza e ricariche, OC e CCR di ogni tipo, per immersioni ad ogni livello, sulle fantastiche pareti della Costa Viola, fino ad arrivare alla Viminale, che conosce molto bene. Disponibile a spingersi fino dentro lo stretto di Messina, su secche fra le più belle del Mediterraneo, o al relitto del Valfiorita.
Per l’alloggio ci siamo appoggiati al B&B Eneide, a pochi passi dal porto, sul mare, con servizio molto superiore al prezzo, molto popolare, corrisposto.
Caratteristiche:
varata nel 1925
due motori diesel da 4590 cavalli all’asse, che la spingevano a 13 nodi
nave mista per trasporto merci e passeggeri; 59 cabine di prima classe 60 passeggeri in turistica, 320 in terza classe
stazza lorda 8657, portata lorda 10250 Tons
lunghezza 147,5 metri
larghezza 17,4
altezza 19,6
pescaggio 8,3
Breve storia
La Viminale, costruita nei cantieri S. Rocco di Trieste, di proprietà Oriens, Linee Triestine per l’Oriente, faceva la spola tra l’Italia e l’estremo oriente, l’Oceania, poi verso l’Australia ed il sud America, era ambasciatrice d’Italia nei porti più lontani. Venne poi requisita in tempo di guerra e servì per il trasporto truppe sui fronti Greci ed Africani. Affondò nel 1943 silurata da una motosilurante alleata di fronte alla tonnara di Palmi (RC), nelle coordinate 38.44N-15.50E, mentre veniva trainata per manutenzioni, a seguito di numerosi attacchi subiti, verso Napoli.
MS 11/22