Crazy Christmas trip

 

Come al solito non temo le critiche, io espongo le mie esperienze per evitare che altri incorrano nelle stesse disattenzioni.

Spesso riemergendo da un’immersione ci diamo appuntamento per la successiva. Successe così anche il 18 novembre, ci ripromettemmo di fare una bella zingarata prenatalizia.

Procida

Giorni dopo decidemmo per la parete di Sant’Angelo ad Ischia per il 22 e 23 dicembre. La data si avvicina rapidamente, si mettono a punto i dettagli, Bruno si occupa della logistica, noi ci organizziamo per raggiungere la location. Venerdì 21 dicembre, vado in ufficio alle 6 ed esco alle 12, dopo esserci scambiati gli auguri per tutta la mattina, ed aver brindato con un ottimo magnum di Montepulciano del 2009; saluto e scappo. Rapido passaggio dalla moglie e via, direzione Frosinone per il ritrovo. Viaggio tranquillissimo, alle 17 mi ritrovo con Augusto che ha faticato parecchio a districarsi dal traffico in uscita da Roma. Abbracci, saluti, battute, poi trasferisco l’equipaggiamento nella sua macchina e via direzione Bacoli, viaggio da 1 ora e mezza in condizioni normali. Purtroppo è la pre vigilia, il traffico non è normale è molto sostenuto, ed infatti appena ripresa l’autostrada siamo fermi in una fila che procede a singhiozzo. Alle 20,30 finalmente siamo a Bacoli, ad attenderci Franco che ci aiuta a caricare tutto in barca. Cenetta leggera di pesce in ristorantino sul mare, poi a letto. Sabato mattina sveglia alle 6 e 15, è ancora buio, ci gustiamo l’inizio della giornata, ed il sole che spunta da dietro alla penisola Sorrentina. Alle 7 arriva Bruno, era parecchio che non ci incontravamo.

Capri and Sorrento sunrise

Si carica e si salpa, assieme ai pescatori di cozze del vivaio ed un apneista solitario. La notte ha piovuto, ma ora è sereno, i nuvoloni nerissimi sono rimasti solo sull’entroterra e poco dopo fa capolino un caldo sole, le temperature del Sud sono fantastiche anche a Natale! Impiegheremo 2 ore ad arrivare, ci possiamo gustare il mare, la vista di Capo Miseno, Procida, poi Ischia, ed abbiamo tutto il tempo per i preparativi. Ormeggiamo in zona tranquilla, noi siamo già chiusi nella stagna, caliamo i bailout, gli scooter, ed indossiamo il reb. Check del giubbotto riscaldato, qualche minuto di pre-breath, e via in acqua. Al bubble check mi trovano una perdita dallo swiwel del manometro dell’ossigeno, mi dicono che lo terranno d’occhio. Via si parte, io non conosco l’immersione, è la mia prima volta, li seguo. Navighiamo per una quindicina di minuto fra i 40 ed i 60 metri, col fondo che degrada inclinato; finalmente la parete diventa verticale, Augusto e Bruno si buttano giù, io li seguo.

The incredible wall

La parete, di tufo di Citara, scuro, precipita nell’abisso del mar Tirreno; è pazzesco, se non fosse per tutto quel corallo rosso e gorgonie coloratissime, sembrerebbe la parete verticale di Tempesta, al lago di Garda, dove ho mosso i primi passi della subacquea tecnica. Siamo sospesi ben oltre i 100 metri, senza vedere il fondo, senza un filo di luce naturale che filtri, in totale silenzio, ci godiamo lo spettacolo, nel massimo confort del nostro JJ che lavora alla grandissima. Non si ha la percezione della profondità, siamo con una EAD di 6 metri, respiriamo bene e senza problemi di autonomia, dobbiamo solo tenere d’occhio il run time, a quelle quote la deco fa presto a salire, ed abbiamo dichiarato 200 minuti a Franco che ci aspetta in barca.

Bruno

Lo scafandro non è ancora imploso, continuo a scattare al corallo, ad una nassa persa, ad un enorme gronco, poi ad Augusto che mi spinge contro un San Pietro.

Conger

Piano piano risaliamo, a 98 metri faccio il prelievo di detrito per il mio amico Ivan Perugia, appassionato e competente malacologo, poi mi gusto le sommità dei due pinnacoli, continuando a prelevare scatti di situazioni stupende. Sono intento ad inquadrare un bel masso ricoperto di una miriade di colori, e vedo gli altri ripartire, non me ne preoccupo, ed ho la sensazione che continuino ad allontanarsi dalla barca, io sono stanchino, troppo scooter, decido di aspettare li. Sono a 60 metri, scatto le mie foto, ed il tempo passa, loro non ritornano.

Augusto

Provo a capire da dove siamo arrivati ritornando fino a 90 metri, ma la parete è troppo fonda per andare a riprenderla, accumulerei troppa deco tornando sotto i 90; sono trascorsi 9 minuti da quando li ho visti allontanarsi, ho 183 minuti di deco prima della riemersione, devo risalire. Dopo qualche secondo di pesante sconforto, prendo la decisione, risalita e deco in libera da solo…….con la perdita all’ossigeno. Dopo mi diranno che sono tornati, ma sicuramente io ero sotto a cercare la parete, non mi hanno visto, poi sono risalito lontano dalla parete e col silenzio dei reb non ci siamo beccati.

A lot of color

Mi porto rapidamente alla prima tappa, ripongo macchina fotografica e scooter in modo che non mi siano di intralcio in caso di avarie o malfunzionamenti del reb, controllo la perdita, e verifico che tutto sia al suo posto e funzionante. 183 minuti da fare da solo in mezzo al mare, ti passa per la testa di tutto, pensi a cosa può andare storto e cerchi almeno due soluzioni, pensi alle parole del tuo istruttore, Donati, che ti ha spiegato tutto alla perfezione, perchè non vuole che si esca dall’immersione con un sospiro di sollievo avendo portato a casa la pelle, si deve uscire contenti e soddisfatti, e vi dirò che questa consapevolezza aiuta parecchio, poi non devi pensare a nessun’altro se non a te!! La prima ora passa in fretta, le tappe sono veloci, e si riduce la profondità e l’eventuale bisogno di molto gas di bail out, a 30 metri inizio a vedere la superficie, non ci sono onde, è pieno di meduse e plastica, quindi non sono in mare aperto, sono ridossato in una baia, meglio, meno rischio che mi passi sopra una barca e non riemergerò lontano dall’isola, con problemi a farmi vedere da qualcuno che mi recuperi. Inizio a pensare di sparare il pallone, ma per il momento è inutile, mi verranno a cercare dopo 200-220 minuti, prima devono finire la loro deco.

Life explosion

La schiena comincia a farsi sentire, troppo tempo che sono in orizzontale, devo metterla a riposo, per cui a 24 metri sparo il pallone principale, quello bello lungo. Mi ci appendo in verticale, così la schiena riposa. Intanto sono arrivate due piccolissime sardine, che si avvicinano incuriosite. A 21 metri scambio le bombole, mi porto al fianco EAN 50 e parcheggio dietro il gas di fondo, manovra perfetta, se non fosse che mi si sgancia il rocchetto del pallone e mi si srotola verso il fondo. Pazienza, ho tutto il tempo per recuperarlo e riavvolgerlo, in 6 minuti è di nuovo tutto bello arrotolato e clippato come si deve. Le tappe sono sempre più lunghe, sono tranquillo, rilassato ma vigile, e mi viene da pensare a come staranno male gli altri due avendomi perso, per esperienza diretta, so cosa si prova in queste situazioni, ti passano per la testa i peggiori pensieri, allertare le autorità, chiamare la moglie x dare la tragica notizia, sono momenti interminabili. Io sto bene, il tempo passa e si avvicina la riemersione, sono finalmente a 6 metri e fra 70 minuti esco! intanto le sardine sono diventate 5, e giocherelliamo per passare il tempo. Arriva il duecentesimo minuto, dovrebbero essere prossimi all’uscita. 210, 220, e non si sentono barche in arrivo a cercarmi, ma sono tranquillo, inutile agitarsi, ci penseremo alla riemersione a farci notare. Al 225 minuto sento una barca, la vedo, riconosco chiglia e timoni sono loro e sono li a pochi metri, inizio a sorridere, loro si saranno un pò tranquillizzati, ma intanto che non mi vedono sono ancora in tensione. Finalmente è arrivato il 243° minuto, deco clear, tempo di emergere, sono vicino alla barca, ed appena metto gli occhi fuori Bruno mi chiede se è tutto ok, rispondo con il segnale dell’ok, ed immediatamente gli chiedo se si sono presi paura, fanno cenno di si.

Friens

Risalgo, la loro tensione svanisce, sorrisi e pacche sulle spalle, ci ridossiamo per pranzare, Franco ha già l’acqua in bollore.

Augusto si scusa, io mi scuso, tutti abbiamo delle colpe, sicuramente il mio sbaglio è stato di non informarmi sulla morfologia della parete e dell’immersione; di solito guida Augusto e io lo seguo con il solo obiettivo di fare buoni scatti, e se ho la guida non mi preoccupo del percorso. Male, molto male è l’ultima volta che lo faccio!!

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MS 12/2018