Pim Van Der Horst

 

pubblicato sulla rivista Sub n° 417 - Luglio 2023

 

Pim, un amico Olandese

 Pim e Mario

Ci siamo incontrati nel 2008 sul lago Maggiore, per il vostro tuffo da record sul relitto Milano, per me fu una bellissima esperienza come fotosub ufficiale, ma tu che hai provato?

 

Ero molto eccitato. Ci stavamo preparando da mesi con tuffi di avvicinamento, chiaramente non ti metti il reb in spalla e ti butti; 8 ore e trenta di runtime a 5 gradi sono da preparare bene. L’attrezzatura va testata, non si approccia un’immersione del genere con qualcosa di nuovo o troppo vecchio. Avevo già effettuato tuffi lunghi così lunghi, ma ne ho rifatti un paio di allenamento, in quanto avere la consapevolezza di poter “sopportare” la deco significa escludere già un bel fattore di stress. Si trattava di resistere fino ai 21 metri, poi dentro alla campana avremmo potuto bere, mangiare e riscaldarci. La campana, ci avrebbe ospitati tutti e tre più un eventuale soccorritore, appesa al pontone, sollevata per diminuire la pressione al passare del tempo. Devi avere la massima fiducia nel team di supporto, come per le immersioni lavorative, è il team leader che controlla la deco. L'immersione fu rimandata di un giorno a causa del maltempo ed ho dovuto lasciare l'albergo perché era al completo. Ho dovuto trovare una nuova stanza. L’unico posto disponibile era un monastero! Con un grande angelo a guardia dell'ingresso: quello poteva solo essere di buon auspicio! La mattina ero concentratissimo, in testa visualizzavo solo le fasi dell’immersione. Dopo i briefing di rito, ci portano a bordo ed iniziamo la vestizione. Avevo il mio solito assistente, che mi conosce ed interviene solo al bisogno, senza mettermi fretta o confondermi. Ricordo che in acqua c’era parecchia gente, ma tutti lontani senza intralciare. Ok a scendere, si sgonfia e si va. Dodici lunghi minuti di discesa, nei quali pensi anche a cosa stai facendo, ma in maniera positiva, solo pensieri positivi. Finalmente il fondo, ed il relitto. Siamo le prime persone a vederlo dal giorno del naufragio, emozione fortissima. Pochi minuti, poche riprese e subito a riprendere la cima per risalire. una lunga risalita di otto ore. Che ricordi fantastici!

 

Anche tu, come me vivi in prossimità di un mare freddo, con poco fondale ed impegnativo, cosa ti ha spinto ad iniziare ad immergerti?

 

I wanted always to dive! Una voglia matta fin da piccolo di mettere la testa sotto. Di vedere e scoprire cosa celasse il mare. Mi piacevano i film di mare, ed ho iniziato, nel 1983, con cose semplici, ma non mi bastava mai. Durante l’università sono diventato un membro del club subacqueo degli studenti CMAS Falco, che mi ha lanciato in questo mondo.

 Alessandro, Pim e Mario

Da hobby a lavoro, spiegaci questo passaggio.

 

Il tutto è successo gradualmente, con il giusto tempo per imparare e migliorare. Fortunatamente sono arrivato al momento giusto, e come sono diventato Padi OW instructor, la richiesta era altissima. Da prima ho fatto alcuni mesi a Hurgada come freelance, poi sono tornato in patria, e dopo non molto decisi di concentrarmi sulle immersioni tecniche, eravamo agli albori in Europa, addestramenti molto duri non per tutti, ma credo sia così che deve essere, possiamo decidere noi il limite, ma non ci si può prendere in giro, altrimenti si mette a rischio la nostra ed altrui incolumità. In questi anni stava prendendo piede il giallone, l’ispiration, lo provai e decisi di approfondire anche questo aspetto. Da allora ho effettuato oltre 4000 immersioni in CCR, e brevettato oltre 1500 allievi, fra divers ed istruttori. Molte forze speciali e militari di varie nazioni mi scelgono come trainer.

 

Oltre al Milano, al Britannic, quali altri tuffi hai rimasto nel cuore?

 

Cerco sempre luoghi particolari, nuovi o poco conosciuti. Lo stimolo del nuovo, dell’inesplorato, della scoperta, è un bel motore, molto potente. Con la mia squadra abbiamo aperto la strada a tanti altri subacquei. Sono stato uno dei primi sommozzatori sulla Garibaldi in Croazia, l’U455, la Haven, il Janos Molnar, l’Elefante Bianco, l’HMS Victoria, per citarne qualcuno. Quelle destinazioni ora sono diventate abbastanza comuni. L'ultima spedizione è stata alla Grotta dei Boscimani in Sud Africa impegnativa, ma molto appagante. Nel cuore? La prossima spedizione, la prossima è sempre la più bella....

 Pim e Mario

Quanto sport fai oltre alle immersioni per mantenerti in forma?

 

Aspetto molto importante. Io mi alleno 4-5 volte a settimana, praticando varie discipline, fisiche e mentali, è uno stile di vita che cerco di promuovere e diffondere, mantenere l’equilibrio psico fisico è fondamentale per potersi immergere in tranquillità. Conoscere il tuo corpo e conoscerne i limiti aiuta moltissimo ad abbassare o eliminare fattori di stress potenzialmente pericolosi. Mi piace praticare tiro a segno con pistola, kickboxing, golf ed un pò di palestra. Grazie a questo mix mi sento in grado di continuare per la mia strada…..

https://www.divesoft.com/en/ambassadors/pimvanderhorst

 

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MS06/2023