Bianchelli Stefano

 

pubblicato sulla rivista Sub n° 413 - Ottobre 2022

 

Intervista al titolare del Prodive di villasimius, Stefano Bianchelli

 Il centro ricarica

Difficile non rimanere colpiti dall’angolo di Sardegna nel quale ti sei insediato, raccontaci come e quando è successo

Era il 1998, deciso a partire con la mia attività, stavo cercando una location senza diving, pensando fosse impossibile trovare un posto in Sardegna. Avevo sparso la voce, e una mattina arrivò la telefonata tanto attesa, da due amici storici, oggi colleghi, che mi passarono un contatto per Villasimius. Pro Dive Scuba Service nacque così, nel Centro Subacqueo Internazionale Fiore di Maggio, voluto da un progetto di Giambattista Sicbaldi. Partenza impegnativa, ma avevo tanto da offrire, sia da parte mia, che della immensa natura di queste zone. Nel 2007 ci fù l’opportunità di trasferirsi all'Hotel Mariposas, gestito dalla splendida famiglia Massa che non finirò mai di ringraziare. Sopra al diving si trova l’albergo con piscina, circondato di coloratissime bouganville, a 5 minuti dalla spiaggia. Villasimius, Area Marina Protetta, natura incontaminata, parecchi relitti storici a varie quote, tutte le carte in regola per divertirmi e far divertire. Che altro per inseguire una passione?

Reb Training

Reb friendly, e convinto estimatore da sempre, ma da quanto esattamente, raccontaci le prime esperienze.

Se penso che oggi ho oltre 5000 ore di uso del rebreather quasi non ci credo.

Presi contatto con i primi CCR nel 2002. Li portò Aldo Ferrucci al diving, ci servivano in quanto avevamo pianificato le esplorazioni dei nostri relitti più profondi e con queste macchine era sicuramente meno affaticante e dispendioso rispetto al OC. Inizialmente ero un po' scettico e diffidente, non conoscendo le dinamiche delle macchine, e avendone sempre solo sentito parlare in occasione di incidenti. Nel 2006 fu il turno di un reb semichiuso Italiano; dopo ore in acqua per capirne bene le potenzialità fu trasformato in un circuito chiuso MCCR, che utilizzavo in ogni giornata lavorativa.

Il gommone

Nel 2007, grazie ad Aldo Ferrucci, passai al Megalodon, macchina che mi ha lasciato gran bei ricordi. Fu poi il momento del nuovo JJ-CCR, al quale approdai nel 2010. La macchina prometteva ottime performance con un alto livello di confort e sicurezza. La mia curiosità non ha limiti, così poco dopo volli approcciare anche il Pathfinder. Durante la mia evoluzione, un nutrito ed esperto gruppo di subacquei tecnici Olandesi, si presentava ogni anno ad immergersi sui “miei” relitti. Il team leader era Tom Jaspers, ideatore e progettista del rebreather SF2-ECCR, era alla fase finale dello sviluppo, condusse alcuni interessanti test di immersione proprio qui a Villasimius, con la mia collaborazione.

Nel 2012 ci accordammo, ed iniziai a coadiuvare Tom nell'insegnamento e nella diffusione di questo apparato, che sta incontrando ancora parecchi consensi, un pò me lo sento anche mio figlio.

Stefano........

Della serie don’t stop training, dal 2015 sto portando avanti un mio personale progetto di rebreather CCR, insieme ad un team di appassionati. Siamo ad oltre 700 ore di lavoro, ma ora, dopo 7 anni direi che la macchina è ben definita, nonostante il covid ci abbia fatto perdere tempo.

Hai optato per un diving che offra qualità a pochi, non grandi numeri, sei ancora convinto della scelta?

In my opinion, la buona subacquea non può essere svolta con grandi barche e grandi numeri. Cioè, esistono anche realtà di questo tipo, ma servono parecchi collaboratori fidati, coi quali dividersi i compiti. Io preferisco seguire tutti i clienti, che poi diventano amici, in prima persona, quindi……..Poi questa non è certo una attività che si sceglie per le promesse di ricchezza, quindi si, resto convinto dei piccoli numeri, immersioni ben gestite, le chiacchiere prima e dopo, i consigli, lo spuntino sulla banchina o in mezzo al mare, la diffusione della passione. Sono aspetti importanti, che ti fanno apprezzare ancora maggiormente il tuffo.

Reb Training

Decofusion, molti ti criticano, nel mondo dei computer, sempre più versatili, perchè “impazzire” a mente??

Dal 2010 lavoro sul sistema CCR Decofusion, nato proprio perché i dati forniti dagli attuali strumenti sono facilmente opinabili e chi partecipa al corso resta sbalordito dall'evidenza. 

Il sistema è semplice, supportato da fatti e basato sulle leggi della decompressione, e la facilità di applicazione non è certo una complicazione, ma mantiene aperta la mente del subacqueo.

Del resto non è la schiavitù tecnologica che tende proprio a spegnere il cervello? 

Direttamente non mi vengono poste critiche, piuttosto mi vengono poste domande e chiarimenti, per poi passare a chiedere di insegnarlo. Comunque se vengo criticato a mia insaputa si tratta solo di pubblicità; nel bene o nel male se l’argomento suscita interesse è sempre positivo! Scherzi a parte se le critiche sono costruttive, le ascolto volentieri ma sarebbe giusto che vengano poste solo dopo aver studiato e provato il metodo, altrimenti non hanno basi per essere supportate.

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MS 09/22